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"Sono grata per la vita”, dice la pallavolista, capitano del Vero Volley Milano e nostra atleta dell’anno: “Ho sempre fame, non mi accontento”. Poi la Nazionale, la Turchia, il razzismo, l’ansia, Sanremo e il nuovo amore
Andrea Barilaro
20 dicembre - 00:12 - MILANO
Le giornate non dipendono più da come si sveglia: luce e tenebra si fanno più compagnia. Un nuovo equilibrio per Paola. La pallavolista più forte del mondo ha messo assieme i pezzi. Il caos interiore, le ansie e gli attacchi di panico, le polemiche e gli obblighi di rappresentare sempre anche qualcos’altro (i valori dell’integrazione, la libertà di amare oltre i generi), un’infinità di successi che forse avrebbero cambiato chiunque (oro olimpico, mondiale, europeo, due trionfi in Nations League, tre Champions con Novara, Conegliano e Vakifbank, 36 vittorie consecutive con la Nazionale, il record di punti di Piccinini appena battuto, 5.379 contro 5.359), il ruolo di capitana nella Vero Volley, un nuovo amore a cui accenna con delicatezza: tutti tasselli che sono andati a comporre un’altra Paola Egonu.









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