Ocse: italiani più longevi in Europa con 84,1 anni ma i giovani sono pigri e in sovrappeso

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Country Health Profile

La speranza di vita ha raggiunto il valore più alto nel 2024 insieme alla Svezia ma il Ssn è sotto pressione con una spesa inferiore alla media Ue

di Ernesto Diffidenti

11 dicembre 2025

La speranza di vita alla nascita in Italia ha raggiunto gli 84,1 anni nel 2024, il valore più alto nell’Unione europea, insieme a quello della Svezia, superando i livelli del 2019 e recuperando il calo legato alla pandemia di Covid-19. La buona notizia arriva dal Country Health Profile 2025 pubblicato dall’Ocse che evidenzia anche lo stress del sistema pubblico italiano che deve affrontare crescenti pressioni dovute all’invecchiamento della popolazione, squilibri nella forza lavoro e persistenti disparità regionali.

In crescita i fattori di rischio tra i giovani

Così, nonostante gli italiani vivano più a lungo degli altri cittadini europei, i decessi evitabili per malattie cardiovascolari e tumori rimangono elevati a causa di fattori di rischio in aumento. Secondo l’Ocse, i rischi comportamentali sono una fonte di crescente preoccupazione: il 27% dei quindicenni ha dichiarato di aver fumato nell’ultimo mese (il terzo tasso più alto nell’Ue) mentre gli adolescenti italiani sono i più pigri, registrando il livello più basso di attività fisica nell’Ue. Altro fattore di rischio è l’obesità che resta bassa negli adulti rimane bassa ma con significativi tassi di sovrappeso infantile, apripista di futuri e ulteriori oneri sanitari.

Ostacoli all’accesso e spese elevate a carico dei cittadini

Il report sottolinea anche che la spesa sanitaria pro capite in Italia sia inferiore del 19 % alla media dell’Ue. Mentre l’assistenza ospedaliera soddisfa la domanda, resta scarsa la copertura pubblica per le cure ambulatoriali e dentistiche. Di conseguenza, la spesa a carico dei cittadini rappresenta quasi il 24 % della spesa sanitaria (rispetto alla media del 15,5 % nell’Ue). Ciò crea disuguaglianze: gli adulti a rischio di povertà sono 2,5 volte più propensi a segnalare esigenze mediche insoddisfatte rispetto alla popolazione generale. E ancora. Le lunghe liste d’attesa rimangono l’ostacolo più citato per l’accesso alle cure, motivo per cui - ricorda l’Ocse - è stato elaborato un nuovo piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa (2025-2027).

Gravi squilibri sul personale sanitario

Altro tema critico, le risorse umane. “Il sistema soffre di un grave squilibrio nella composizione delle competenze”, avvisa l’Organizzazione. Nonostante l’Italia abbia un’alta densità di medici (5,4 ogni 1.000 abitanti), c’è carenza di infermieri: 6,9 ogni 1.000 abitanti, oltre il 20% sotto la media Ue. Inoltre, il numero di laureati in infermieristica si è dimezzato rispetto alla media Ue dal 2020. Allo stesso tempo, oltre la metà dei medici di base supera il numero massimo di pazienti, soprattutto al Nord.

Assistenza a lungo termine sottosviluppata

L’Italia, nonostante abbia il profilo demografico più anziano dell’Ue, destina solo il 10 % della spesa sanitaria all’assistenza a lungo termine contro media Ue del 18 %. “Il sistema si basa fortemente sull’assistenza familiare e sulle prestazioni in denaro piuttosto che su servizi strutturati - sottolinea il report - lasciando molte famiglie con esigenze di sostegno insoddisfatte”.

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