Doppia stretta in arrivo sulle pensioni anticipate, con un allungamento dei tempi per ricevere l'assegno e una penalizzazione del riscatto della laurea. Il governo entra a gamba tesa sul capitolo previdenza, introducendo anche il silenzio-assenso sul Tfr per i neoassunti. Le novità spuntano nel corposo emendamento da 3,5 miliardi alla manovra con cui l'esecutivo aggiusta in corsa alcune criticità spuntate negli ultimi mesi, dalle agevolazioni Zes e Transizione per le imprese dopo l'esaurimento delle risorse, fino ai fondi per il Ponte dopo l'allungamento dei tempi in seguito alla bocciatura della Corte dei Conti.
Il nuovo emendamento del governo, annunciato per ieri pomeriggio, arriva in mattinata in Senato, in un giorno che vede lo spread ancora in calo, tanto da segnare 66 punti sulla piattaforma di Mts, il minimo dal 2009. L'emendamento conta 30 pagine, compresa la relazione tecnica: si va dalle imprese al Pnrr. La novità più rilevante è il giro di vite sulle pensioni anticipate, ovvero quelle che al momento scattano con 42 anni e 10 mesi di contributi (1 anno in meno per le donne). Innanzitutto, dal 2032 la 'finestra mobile' (ovvero il tempo che passa tra il raggiungimento dei requisiti e il momento in cui si inizia a ricevere l'assegno) si allungherà progressivamente: dai 3 mesi attuali a 4 mesi nel 2032, poi 5 mesi nel 2033 e 6 dal 2034. Dal 2031, inoltre, viene decurtato il contributo del riscatto della laurea al raggiungimento dei requisiti: scatta infatti una sterilizzazione che parte da 6 mesi (che quindi non concorrono al calcolo) per chi matura i requisiti nel 2031 e sale progressivamente fino ad arrivare a 30 mesi per chi li matura nel 2035. Un'altra novità, sempre in materia previdenziale, riguarda i più giovani. Arriva l'adesione automatica alla previdenza complementare per i neo-assunti: il lavoratore avrà 60 giorni dall'assunzione per scegliere di rinunciare a "conferire l'intero importo del Tfr maturando a un'altra forma di previdenza complementare dallo stesso liberamente prescelta".
Si amplia inoltre la platea delle aziende tenute a versare il Tfr all'Inps: saranno tenuti a farlo anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell'attività, raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti, attualmente esclusi dall'obbligo. Per le imprese, poi, c'è l'estensione triennale (fino al settembre 2028) dell'iper e superammortamento, la nuova agevolazione per chi investe in beni strumentali. Viene però eliminata la maggiorazione del 220% per gli investimenti 'green' e l'incentivo viene condizionato a investimenti su beni 'Made in EU'. Arrivano anche 1,3 miliardi per finanziare il credito d'imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti. Altri 532,64 milioni andranno invece a rimpinguare i fondi per il credito d'imposta per la Zes unica. Salgono inoltre le aliquote per la Zes per l'agricoltura e la pesca. Le novità soddisfano Confindustria: "la via giusta per avere un piano industriale del Paese", dice il presidente Emanuele Orsini che si riserva comunque di approfondire le norme. Per coprire le misure viene prevista un nuovo prelievo a carico delle assicurazioni, chiamate a sborsare 1,3 miliardi attraverso il versamento, entro il 16 novembre di ogni anno, di un acconto pari all'85% del contributo sul premio delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti dovuto per l'anno precedente. Il resto delle risorse sarebbe ascritto al Tfr.
L'emendamento mette mano anche alle risorse per il Ponte sullo Stretto, spostando 780 milioni al 2033, e stanziando risorse per il Piano casa (300 milioni in due anni). Sul fronte fiscale infine arriva - dal 2029 - la ritenuta d'acconto dell'1% per le imprese, in chiave anti-evasione. Un emendamento "corposo ma necessario", spiega il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Ma le opposizioni protestano ("riscrive completamente la manovra"), in particolare contro le misure sulle pensioni. La commissione Bilancio del Senato intanto avvia nel pomeriggio i primi voti sui temi comuni a partire dagli enti locali, ma domani tornerà a vedersi solo in serata, dopo le comunicazioni della premier. L'accelerazione è attesa tra giovedì e venerdì, visto che l'approdo in Aula è già fissato per il 22, con voto il 23. Poi il passaggio alla Camera, blindato, tra Natale e Capodanno, con la data del 30 già cerchiata in rosso per il via libera definitivo.
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