Si svolgerà domani, secondo quanto apprende l'ANSA, l'incontro tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria Alberto Barachini, i vertici di Gedi e i Cdr de La Stampa e de la Repubblica. Il sottosegretario aveva annunciato oggi di averli convocati in relazione alla vicenda della ventilata cessione delle due testate del gruppo.
I giornalisti del quotidiano sono riuniti in assemblea permanente. Lo comunica il Cdr in una nota pubblicata sul sito del quotidiano. Una decisione presa - spiega il Cdr de La Stampa -"dopo che nei giorni scorsi l'editore ha annunciato l'intenzione di cedere tutte le attività del gruppo, dopo lunghi mesi di trattative sempre smentite dall'azienda". "Rispetto alle nostre richieste - rileva il Cdr - non è stata data alcuna garanzia sul futuro della testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo, dalle infrastrutture digitali alla produzione dei video, e quindi senza nessuna garanzia di poter continuare a svolgere il nostro lavoro così come abbiamo fatto fino a oggi".
La possibilità che gli asset editoriali del gruppo Gedi vengano venduti da Exor al gruppo internazionale Antenna "è una notizia che mi trova stranito, peccato. Il mercato è il mercato, ma da italiano il fatto che un pezzo di storia dell'editoria, del giornalismo, dell'informazione del nostro Paese vada in mani straniere un po' dispiace". Così l'Ad Mediaset Pier Silvio Berlusconi, rispondendo alle domande dei cronisti a margine dell'incontro di fine anno a Cologno Monzese. "Innanzi tutto, il mercato è il mercato. Secondo, non giudichiamo prima di vedere cosa succederà, magari chi arriva è bravissimo e mantiene una linea coerente con la storia delle testate e crea occupazione", precisa. "Il pluralismo, l'indipendenza, l'occupazione sono i valori del giornalismo in Italia". Ma a Pier Silvio Berlusconi piacerebbe comprare Repubblica?, gli viene chiesto. "Essendo noi editori di tv e di libri, il pensiero di mantenere una testata così storica in mani italiane non può non affascinare, ma è fanta-economia, è fanta-editoria", risponde. "Ognuno deve fare il proprio mestiere. È un treno che è passato, ma dire che non mi piacerebbe sarebbe falso. Abbiamo due gioielli, il Corriere e la Gazzetta, che sono italiani e al cui editore Urbano Cairo va dato merito di aver lasciato la loro anima e la coerenza alla loro storia", aggiunge.
Boccia (Pd), su Gedi il governo agisca e valuti Golden Power
"Di fronte a quanto sta avvenendo nelle redazioni di Repubblica e Stampa, il governo italiano non può restare silente e fermo. Palazzo Chigi deve assumere un'iniziativa immediata di fronte a quella che appare come una vera e propria dismissione di un patrimonio della democrazia italiana. Per la tutela di beni e capitali strategici di interesse nazionale viene spesso evocato il Golden Power. Utilizzato da questo Governo per molto meno". Lo propone il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.
Cgil, ennesima fuga degli Elkann da Torino e dal Piemonte
"La vendita del gruppo Gedi, ramo d'azienda della Exor (finanziaria della famiglia Agnelli) rappresenta chiaramente la politica industriale che gli Elkann stanno attuando da tempo: abbandonare Torino e il Piemonte". E' il commento dei segretari generale di Cgil Piemonte e Cgil Torino, Giorgio Airaudo e Federico Bellono.
"Siamo vicini alle giornaliste e ai giornalisti, alle lavoratrici e ai lavoratori di tutte le redazioni del gruppo Gedi - affermano - per l'ennesima svendita messa in atto da Exor. La politica e le istituzioni devono pretendere garanzie dalla proprietà, perché in gioco non c'è solo una possibile crisi occupazionale, ma il diritto a un'informazione libera." Per Airaudo e Bellono "La Stampa, la Repubblica, la Sentinella del Canavese, storici giornali che raccontato il territorio torinese, rappresentano un patrimonio da tutelare e non da liquidare al miglior offerente. Le giornaliste e i giornalisti meritano risposte, rassicurazioni sui livelli occupazionali e sulla possibilità di continuare a svolgere liberamente il proprio lavoro: quello di informare cittadine e cittadini".
Avs-Pd-M5s, il governo riferisca sulla vendita del gruppo Gedi
"Che almeno il ministro Urso venga in Aula per informativa, questo silenzio verso la fuga dell'amico Elkann è intollerabile". Lo ha chiesto in Aula il vicepresidente di AVS alla Camera Marco Grimaldi il quale ha sottolineato "la gravità delle scelte del gruppo Gedi nella trattativa con il gruppo greco Antenna dell'armatore Theo Kyriakou per la cessione di Repubblica, le radio, e le attività digitali. La Stampa, a quanto pare, non interessa ai greci ma potrebbe andare a NEM, l'editrice di Enrico Marchi. Aprire la porta al gruppo greco significa votarsi a un futuro del tutto incerto: incerto per la linea editoriale dei giornali, incerto per il mantenimento degli organici. I giornalisti sono entrati in stato di assemblea permanente, a loro va la nostra solidarietà, sono stati colpiti e umiliati. Trattati come merce. Usa e getta. Siamo di fronte all'ennesimo piano di svendita italiana scelto da un imprenditore che sa fare bene una cosa: prendersi i dividendi e fuggire. Che razza padrona! Aspettiamo il ministro Urso per capire il piano industriale e le garanzie di salvaguardia per l'occupazione", ha detto Grimaldi.
"Anche il nostro gruppo si associa alla richiesta di un'informativa urgente al governo sulla vendita del gruppo Gedi. E' una vicenda che va avanti da mesi nella assoluta opacità", gli ha fatto eco il dem Federico Fornaro. Il quale ha ribadito "la vicinanza del Pd ai giornalisti", la cui storia e professionalità "merita rispetto". Anche Chiara Appendino del M5s ha chiesto l'informativa dell'esecutivo: "Solidarietà alla comunità del gruppo che sta vivendo un momento difficile. Chiediamo trasparenza, siamo preoccupati".
La Russa, disponibile a fare da intermediario per i giornalisti Gedi
'Credo che le vostre preoccupazioni siano giustificate e che le proprietà hanno diritto a cambiare, cedere, vendere ma non hanno il diritto di imporre linee di condotta univoche alla redazione. Le vostre preoccupazioni non solo le capisco ma sono a vostra disposizione, anche come intermediario perché abbiate soddisfazione nelle risposte che attendete risguardo alle vostre preoccupazioni'. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, rispondendo a una domanda sulla vertenza in corso nel gruppo editoriale Gedi, durante il tradizionale scambio di auguri di Natale con la stampa parlamentare.
Sindacati giornalisti, 'non si può svilire in questo modo il ruolo de La Stampa'
"La sentinella del Nord Ovest e della sua provincia, con uno sguardo aperto sul mondo e una storia di autorevolezza lunga più di 150 anni. Ora bisogna vendere (o forse svendere?) e farlo alla svelta. Dimenticando ogni garanzia per i lavoratori e le necessarie prospettive di sviluppo industriale. Non si può svilire in questo modo il ruolo de La Stampa". Lo scrivono in una nota l'Associazione stampa subalpina, l'Associazione ligure giornalisti e l'Associazione stampa valdostana che "sono al fianco dei colleghi del quotidiano di Torino, del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta, che oggi non è in edicola, e di tutti i giornalisti del gruppo Gedi". "Non dare certezze ai lavoratori, dismettere purché sia senza garanzie sull'acquirente e sulle prospettive di sviluppo - si legge - è l'unico obiettivo dell'attuale proprietà. È una decisione che comporta dei rischi per il pluralismo dell'informazione nel nostro Paese. La cessione della Repubblica, della Stampa, delle radio Capital, Deejay, M2O, di altre testate come Huffington Post e Limes è l'ultimo passo dello smantellamento sistematico di quello che fu il gruppo Espresso: una scelta sciagurata iniziata dal Nord Est e che oggi si vuole completare in grande fretta".
Ordine dei giornalisti, solidarietà e vicinanza ai lavoratori del gruppo Gedi
''Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori del gruppo Gedi, oggetto di una ulteriore umiliante svendita che crea sconcerto e profonda preoccupazione per lo smantellamento in atto di voci fondamentali nella difesa del pensiero critico e della democrazia del Paese''. Lo scrive l'Odg in una nota. ''Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti sarà al fianco dei colleghi e di tutti i lavoratori del gruppo Gedi per una giusta battaglia in difesa della dignità del lavoro e dell'autonomia della professione. Solidarietà ai colleghi della Stampa che oggi non sono in edicola in seguito alla sofferta decisione, presa a termine di una lunga assemblea che come scritto nel comunicato del CDR "conclude una giornata drammatica per la storia della nostra testata".
E solidarietà ai colleghi di Repubblica che hanno proclamato lo stato di agitazione, a fronte della svendita ad un gruppo straniero che non ha presentato alcun piano di rilancio né offre certezze sul piano occupazionale e sul profilo identitario della testata'', scrive ancora l'Ordine. "Dopo che nei giorni scorsi l'editore aveva annunciato l'intenzione di cedere tutte le attività del gruppo, dopo lunghi mesi di trattative sempre smentite dall'azienda, "il comitato di redazione- si legge ancora nel comunicato della Stampa- nel tardo pomeriggio di mercoledì 10 dicembre ha incontrato il presidente del gruppo Gedi Paolo Ceretti, l'amministratore delegato Gabriele Comuzzo, l'amministratore delegato di Gnn Corrado Corradi e il responsabile del personale Alessandro Bianco per il primo confronto ufficiale sul tema. L'esito è stato sconcertante, sconfortante e umiliante per la redazione. Con nostro grande sconcerto nel corso dell'incontro è stato confermato che tutte le attività editoriali che fanno capo a Exor tramite Gedi sono in vendita'', ricorda l'Ordine nella sua nota di solidarietà. ''Da tempo è in corso una trattativa con il gruppo greco AntennaUno (interessato esclusivamente a Repubblica e alle sue radio) che ha dichiarato disinteresse degli investitori greci per la Stampa. L'obiettivo - spiega ancora l'Odg - sarebbe di chiudere in parallelo le due operazioni di vendita nel giro di due mesi. Nessuna garanzia viene fornita sul futuro della testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo, dalle infrastrutture digitali alla produzione dei video. "In gioco - ricordano i colleghi della Stampa- c'è una testata che ha scritto la storia del giornalismo con un forte radicamento territoriale e una proiezione internazionale che non può essere né svenduta né scaricata a un qualsiasi compratore.
La redazione metterà in campo tutte le sue forze per difendersi con ogni mezzo da quello che considera un attacco senza precedenti alla sua dignità e a 150 anni di storia." Anche i colleghi di Repubblica oggi sono in assemblea e hanno dichiarato l'inizio dello stato di agitazione permanente con l'annuncio della sospensione immediata della partecipazione a tutte le iniziative editoriali della testata non legate allo stretto necessario per l'uscita del giornale e l'aggiornamento del sito. "Siamo pronti a una stagione di lotta dura a fronte della cessione ad un gruppo straniero che non ha presentato un piano industriale né un programma di rilancio. - dichiarano in un documento votato dall'assemblea- Ostacoleremo in ogni modo la scelta degli attuali vertici societari di non chiedere alcuna garanzia per il mantenimento dei livelli occupazionali e la salvaguardia dell'identità politico-culturale di un giornale come Repubblica, che costituisce dalla sua fondazione, 50 anni fa, un pezzo della storia e della politica nazionale. Ci impegniamo fin da oggi a combattere con ogni strumento a nostra disposizione, la difesa di queste fondamentali garanzie democratiche." L'articolato documento si conclude con l'affermazione "Fin da oggi torneremo a ripetere all'attuale azionista di riferimento che dirsi imprenditori comporta anche una responsabilità sociale nei confronti di oltre cinquecento lavoratori e delle loro famiglie'', conclude la nota del Consiglio Odg.
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