Chivu: "Eravamo 'falliti' e 'finiti', invece siamo qui... Il Genoa? Stimo tanto De Rossi"

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"Nessun sassolino da togliermi dalle scarpe, ma parliamo della percezione che c'era di noi all'esterno...". L'allenatore nerazzurro spiega come arriva la squadra alla trasferta di Marassi e il percorso fatto dall'estate scorsa a oggi

Filippo Conticello

Giornalista

13 dicembre - 14:18 - MILANO

A Marassi l'Inter non vince dal 2020. Tradotto: vietato sottovalutare i rossoblù, per la squadra che sono e per come li ha rivitalizzati Daniele De Rossi. L'analisi di Chivu alla viglia di Genoa-Inter è lucida e chiara: "Affrontiamo una squadra che sta bene da quando è arrivato il nuovo allenatore. Sarà una gara da giocare con tutto quello che si ha. La viviamo con la stessa serenità con cui abbiamo vissuto il cammino da inizio stagione. La realtà del campo è diversa da quella raccontata; siamo consapevoli che dobbiamo mettere il nostro meglio in campo, qualcosa dobbiamo anche aggiungere dal punto di vista dell'organizzazione. Perché nonostante tutto quello che si credeva e diceva stiamo facendo una grande stagione. Cerchiamo di eliminare quei momenti in cui non riusciamo a portare a casa qualcosa ma stiamo lavorando tanto e si vede dalle prestazioni". 

amico daniele

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Lui e De Rossi fanno parte della "nuova scuola" di allenatori di Serie A. Cosa portano in un campionato come il nostro? "A livello di comunicazione ce lo dovete dire voi, ma abbiamo l'umiltà di capire che dobbiamo imparare dai più bravi e dai più esperti. Dal punto di vista tattico abbiamo provato sempre a rubare da chi è più esperto. De Rossi? È un ragazzo che stimo molto, ho trascorso 4 anni meravigliosi a Roma con lui. Era più giovane ma si è subito integrato ai tempi, era un capitano anche senza la fascia. Ho sempre apprezzato la sua intelligenza emotiva e calcistica. E sotto il profilo umano. Di lui ho un ricordo bellissimo, è vero e leale, sa fare, è onesto e lo apprezzo molto. Posso solo parlar bene". 

ci dicevano "falliti" e "finiti"

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"Io chiedo tanto ma la percezione e la voglia della squadra è più importante di tutto e di quello che si dice in giro. Siamo partiti sotto la lente d'ingrandimento perché qualcuno diceva che eravamo falliti e finiti, invece siamo ancora qui. Il gruppo si è sempre messo in gioco dal punto di vista della prestazione e dell'orgoglio. E non era scontato dopo l'estate che abbiamo passato. Abbiamo margini di miglioramento ma dall'inizio non abbiamo mai voluto perdere la nostra identità. Non ho nessun sassolino da togliermi dalle scarpe, ma parliamo della percezione che c'era di noi all'esterno...".

le difficoltà di rimontare

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Altro tema: le mancate rimonte. Tutte le volte che in stagione l'Inter ha preso un gol poi ha perso e non è riuscita a ribaltare il risultato: "Le partite sono fatte di episodi - la spiegazione di Chivu -. Abbiamo sbagliato un tempo con l'Udinese e uno col Napoli. La squadra ha perso ma c'è stata sempre, ha sempre provato a essere propositiva senza mai ad andare a copiare qualcosa. E per me è la cosa più importante. Io mi prendo quello che siamo noi e la nostra identità". 

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