Vedono il mondo come un 'luogo
spaventoso', sono pessimisti sulla possibilità di cambiarlo e
hanno un atteggiamento cinico: è la fotografia dei giovani della
generazione Z, ossia dei nati fra il 1994 e il 1996, i
cosiddetti nativi digitali. E' stata scattata negli Stati Uniti
dal gruppo di ricerca coordinato da Gabriel Rubin, studioso di
Giustizia e diritti umani presso l'americana Montclair State
University, ed è il risultato di una ricerca iniziata nel 2022 e
basata su 104 interviste con giovani della Generazione Z nel
Nord-Est degli Usa.
I risultati sono stati presentati nel convegno della Società
Americana per l'analisi del rischio (Sra). Sulla base delle sue
ricerche, condotte prima del 2022, Rubin osserva un
"preoccupante cambiamento" nella Generazione Z: mentre anni fa
aveva toni più ottimistici, con il tempo il pessimismo ha preso
il sopravvento e sono aumentati timori di perdere i propri
diritti, insieme alle paure della criminalità e della
discriminazione. "Quando ho iniziato questa ricerca nel 2022, le
interviste - osserva Rubin - erano ottimistiche, tuttavia, con
il passare del tempo, le opinioni della Generazione Z stanno
cambiando e c'è la sensazione generale che apportare cambiamenti
sia difficile".
Hanno anche lasciato il segno il lockdown per la pandemia di
Covid-19 e si è fatto strada il cinismo, soprattutto sulla
possibilità di poter cambiare il mondo. Di conseguenza è diffusa
nei nativi digitali anche una visione negativa del futuro, con
la percezione dell'impossiilità di trovare soluzioni a breve
termine a problemi come il cambiamento climatico. Un'altra
caratteristica della generazione Z è una percezione del rischio
senza sfumature: o le situazioni sono sicure oppure sono
pericolose. Manca cioè, osserva il ricercatore, la capacità di
comprendere che i rischi esistono all'interno di uno spettro di
possiilità che possono essere valutate e gestite. Questa visione
del mondo, aggiunge, fa sì che i giovani "percepiscono il
rischio ovunque si girino".
Fra i rischi maggiori identificati dalla Generazione Z c'è
la grandissima quantità di informazioni veicolata dai social
media, accanto alle discriminazioni e ai diritti degli
immigrati, oltre alle preoccupazioni economiche e per la
criminalità. La ricerca ha rilevato gli impatti maggiori nelle
giovani donne, preoccupate in particolare per il riconoscimento
dei loro diritti legati alla meternità. In generale, infine, è
emerso che la percezione del rischio non è influenzata tanto
dalle difficoltà esterne, quanto da una percezione interna.
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2 giorni fa
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