Ferran Torres, la terapia e la salute mentale: "Nel calcio c'è poco aiuto per i giovani"

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L'ex Valencia ha dovuto affrontare molti momenti difficile ma grazie alla terapia è riuscito a superarli. Proprio di questo ha parlato l'attaccante spagnolo.

Per diventare un calciatore professionista c'è bisogno di duro lavoro e sacrificio, non solo fisico. Poche persone sanno cosa ci sta dietro la preparazione di un atleta, ma per preparazione non si intende, appunto, solo l'allenamento sul campo ma anche e soprattutto quello psicologico. Ed è proprio questo, ciò che il giocatore del Barcellona Ferran Torres ha voluto spiegare a 'Callejeros' de Cuatro.

Barcellona, Ferran Torres spiega il "lato oscuro" dello sport: "Da giovani non ci aiutano a gestire le difficoltà"

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Nonostante abbia solo 25 anni, Ferran Torres lo si può considerare già un veterano nel mondo del calcio ma non solo perché ha già calcato, tra club e Nazionale, i più grandi palchi del calcio mondiale, ma soprattutto perché, prima di diventare professionista, ha dovuto affrontare una "partita" molto più difficile. Quella mentale, ovvero il saper affrontare momenti difficile che il più delle volte possono avere un grande peso sul futuro di un atleta.

"Tendiamo sempre a mostrare le parti belle di questo sport - ha raccontato l'attaccante del Barcellona a Callejeros' de Cuatro - che alla fine sono la maggioranza perché il calcio ti dà molta gioia, ma è vero che quando siamo giovani non ci aiutano a gestire i momenti negativi". Come infatti spesso si dice "è proprio nei momenti difficili che viene fuori la stoffa del campioni" ma non tutti riescono. Cosa fare dunque per evitare che un atleta si demoralizzi?

"Mi sono messo nelle mani di un professionista e oggi è come un amico - continua il classe 2000 - Quando ho iniziato a fare diverse sedute con lui... Sentivo di non avere alcun problema, avevo solo bisogno di parlarne. Lo frequento almeno due volte a settimana". Una cura che all'ex Valencia ha avuto grande effetto, ma non solo per i risultati in campo ma anche perché grazie alla terapia è riuscito ad andare oltre le critiche e gli insulti sui social: "Non gli do peso. Non porta a nulla. Anche se leggi 100 commenti buoni ti resta in mente solo quello cattivo. E questo può fare perdere fiducia".

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